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Il Pronto Soccorso e la Rianimazione Artificiale

Come si interviene:
Una volta recuperato l'infortunato lo si deve stendere su una superficie rigida (pavimento, bordo di una piscina, bagnasciuga, natante) con la testa ben distesa all'indietro, possibilmente mettendo uno spessore sotto le spalle in modo da favorirne l'iperestensione e quindi il passaggio dell'aria, evitando che la lingua, caduta all'indietro, impedisca la respirazione.
Si devono poi liberare, se necessario, le prime vie aeree da eventuali corpi estranei (vomito, protesi, sabbia ecc.). A questo punto, (dopo aver effettuato 2-3 atti insufflatori), si deve controllare se vi sia solo arresto respiratorio o anche arresto cardiaco, valutandolo dal battito del cuore o dalle pulsazioni dell'arteria carotide al collo (vicino al pomo d'Adamo) o dallo stato della pupilla: se essa è dilatata il cuore è fermo.
Poi, mettendosi in ginocchio, di fianco al paziente, si procede nel seguente modo: se si tratta solo di arresto respiratorio si pratica la respirazione bocca a bocca cioè si inspira e si soffia nella bocca dell'infortunato l'aria dei nostri polmoni, tenendogli chiuso il naso con una mano mentre l'altra tiene la testa ben distesa all'indietro, con un ritmo di una volta ogni 5 secondi circa.
Se si verifica contemporaneamente anche l'arresto del cuore, oltre alla respirazione bocca a bocca, si deve praticare anche il "massaggio cardiaco esterno"; si appoggia il palmo di una mano sulla metà dello sterno esercitando con l'altra mano una compressione sulla prima a braccia tese, facendo abbassare la gabbia toracica di 3-5 cm, (il sangue spinto entrerà in circolo). Alla compressione deve essere alternato un rilasciamento (il sangue, per effetto di depressione, ritornerà al cuore).
Le compressioni devono essere eseguite al ritmo di una ogni secondo. Una corretta azione di rianimazione dovrebbe essere eseguita da due persone: una effettua la respirazione bocca a bocca, la seconda il massaggio al cuore. Il ritmo respirazione-massaggio cardiaco è di una insufflazione ogni 5 massaggi al cuore. Non bisogna mai interrompere le manovre per almeno 30 minuti prima di arrendersi; si sono avuti casi in cui la coscienza è ricomparsa dopo molti minuti di pratiche rianimatorie. Ed esse non vanno mai sospese, neanche durante il trasporto in ospedale o al pronto soccorso.
Vogliamo infine ricordare che svolgendo correttamente queste manovre, in tutti i casi di annegamento, sincope, collasso, soffocamento, folgorazione e altre sindromi in cui l'effetto sia l'arresto respiratorio e/o cardiaco, le tecniche rianimatorie sono le stesse, e se si interviene entro i primi 2-3 minuti si ha la possibilità di un recupero che si avvicina al 100% dei casi, ma è bene considerare che anche dopo 10-12 minuti dalla perdita di coscienza, vi sono ancora possibilità di salvare una vita.
Non intervenire immediatamente vuol dire abbandonare a morte certa l'infortunato, e a nulla varranno tutti i successivi interventi medici se praticati in ritardo.


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