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Mai da solo in acqua *

Salto Termico *

Il nuoto è bello... *
 
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Il Rapporto Uomo-Acqua

L'acqua non è nostra nemica, vi sono precise leggi fisiche (la legge di Archimede: un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso dell'acqua spostata) che ci obbligano a galleggiare e che in pratica ci impediscono di andare a fondo, se non in particolari condizioni. La stessa vita è nata nell'acqua del mare, l'organismo umano si sviluppa e cresce in un liquido, il liquido amniotico, nel ventre della madre.
Esperimenti fatti su bambini appena nati se immersi in una soluzione isotonica (cioè che abbia lo stesso peso specifico del sangue o dell'acqua di mare), ed isotermica (cioè che abbia la stessa temperatura del corpo umano), non solo galleggiano tranquilli ma, addirittura, nuotano a rana senza alcuna paura e senza alcun problema, immergendosi anche del tutto volontariamente, con apnee di alcuni secondi e, se estratti dall'acqua, piangono per esprimere il loro dispiacere, mentre cessano di piangere appena rimessi in questo stesso liquido.

Così come la paura dell'acqua è un elemento negativo che dobbiamo prima possibile imparare a vincere e dominare, anche l'eccessivo amore può rappresentare e divenire un fattore pericoloso, un problema nel problema: eccessivo amore vuol dire infatti molto spesso anche eccessiva confidenza.
Nei rapporti con l'acqua, dovunque e comunque ci deve guidare la prudenza.

Il primo atto di questa prudenza che noi raccomandiamo e su cui insistiamo a ogni livello è quello di non essere in acqua mai da soli: ogni piccolo disturbo, la minima difficoltà possono diventare ed evolvere verso una tragedia se nel momento del bisogno non c'è una mano amica a rincuorarci, a darci fiducia nelle nostre stesse possibilità, ad aiutarci nel caso ce ne fosse la necessità.
Essere prudenti non vuol dire aver paura dell'acqua ma neppure considerarla un elemento a noi del tutto congeniale, perchè, bisognerà sempre ricordarcelo, in acqua e per l'acqua è facile morire.
L'idea di non essere mai soli in acqua rappresenta il primo basilare pilastro di quella sicurezza che dobbiamo porre a cardine del rapporto uomo-acqua.
Ma sarà opportuno ricordare quelli che sono i momenti e le particolari situazioni che possono sfociare in un reale pericolo e che rendono intuitiva la necessità di non essere mai soli. Ricordiamo così che esiste una vera e propria pericolosità termica dell'acqua. Infatti esiste sempre un salto termico tra la temperatura dell'acqua, 18-25°, e quella del corpo umano che è di circa 37°, per di più se un organismo esposto al sole e accaldato modifica bruscamente, come accade quando uno si proietta a tuffo nell'acqua, la temperatura con cui viene a contatto la superficie del proprio corpo, può andare incontro a gravissime conseguenze sintetizzabili con la perdita di coscienza e con l'arresto del cuore che cesserà appunto di battere e di proiettare il sangue per tutto il sistema circolatorio (shock termodifferenziale).

Un ulteriore punto ci preme sottolineare, perchè troppo spesso disatteso, anche se ben conosciuto e accettato dalla tradizione e saggezza popolare.
Non si va in acqua dopo mangiato, non ci si butta in acqua a stomaco pieno (così come dopo un prolungato digiuno); ancor qui il pericolo che il cuore si fermi improvvisamente, per una serie di riflessi che partono dallo stomaco disteso, è veramente molto forte. La digestione rappresenta una fase molto importante nell'economia del nostro organismo; vi è infatti un gran spostamento della massa del sangue verso l'addome. Occorre quindi che siano trascorse 1-2 ore da uno spuntino o 3-4 ore da un pasto abbondante, prima di entrare in acqua.

È peraltro intuitivo come il sovrapporsi di situazioni di pericolosità (come ad esempio: il tuffarsi in acque fredde e agitate dopo aver abbondantemente mangiato ed essersi riscaldati al sole) aumenti enormemente il rischio, fino a diventare vero e proprio azzardo.
L'imperativo resta quindi: mai soli in acqua e rispettando tutte le regole di prudenza.
Entrate in acqua gradualmente, quando siete in forma, lontano dai pasti ma neanche dopo lunghi digiuni, in acque tranquille e non fredde, e insieme a un compagno d'acqua, con un mezzo di salvataggio, in modo da potervi aiutare l'un l'altro.
Per quanto riguarda le piscine esse devono disporre di almeno due assistenti bagnanti muniti di regolari brevetti, contemporaneamente presenti alla vasca, durante l'apertura al pubblico, a norma della Circolare n. 16 del Ministero dell'Interno del 5 febbraio 1951 e successive modifiche, ed esclusivamente preposti alla salvaguardia dei bagnanti. Per la vostra incolumità controllate che vi sia la presenza dei sorveglianti previsti in piscina, e in caso contrario, segnalatelo alle competenti autorità.




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